...Trittico Tetro...

Gli antri della Loggia del Pensiero Puro appaiono sin da subito tanto desolati quanto perigliosi. Creature immonde vi abitano, ultimi eredi di un retaggio malefico che ivi covava le fosche sue trame, libero dalle catene e dall'esilio. Cani deformi e degenerati dalle fiamme malefiche, creature provenienti dai piani esterni, slaad e non morti.
Le trappole magiche attive un tempo in questo covo sono ancora attive e le statue dei tre dei mettono ancora alla prova le intenzioni di chi qui entra.

Ma qualcun altro è rinchiuso qui sotto: una donna giovane, con gli occhi cupi e i capelli biondi come il grano, sguardo austero e volontà di ferro. Ariel è il suo nome ed è vittima di una maledizione che le impedisce di trovare l'uscita. Dice di essere intrappolata qui da venti anni sebbene conosca il modo per uscire. Ella parla di una porta che non riesce a raggiungere, e promette di indicare al gruppo di messaggeri la via d'uscita se questi l'aiuteranno a trovare l'oggetto che mantiene viva la maledizione e che si trova, ragionevolmente, dietro quella porta.
Quest'oggetto altro non è che un globo contenente anime vorticanti, protetto da un enigma cui i prediletti di Shar, Bane e Cyric devono sottoporsi affinchè l'identità di chi accede al tesoro della Loggia sia verificata.
La sfera delle anime viene recuperata ed Ariel, soddisfatta, svanisce come fumo nel vento. L'uscita è a portata di mano ed i messaggeri emergono all'aria aperta. Forte Arran, in lontananza brilla lievemente.

A giorno inoltrato i messaggeri riprendono la marcia verso sud, alla volta di Hormpettar, ma il loro viaggio viene presto interrotto da una truppa di esplorazione di Chondath. Tre cavalieri di grifoni si avventano sul gruppo, avendo però la peggio e consegnando, loro malgrado, un prezioso tesoro: candele di teletrasporto.
Una volta appuratone il funzionamento ai danni di un malcapitato soldato Chondath comparso per caso, il viaggio riprende, tra una discussione e l'altra, verso un villaggio sulla strada per la capitale.

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